Come ottenere il riconoscimento della doppia maternità alla nascita

A partire dal 2018 in numerosi comuni italiani è avvenuta la formazione di atti di nascita con due madri per bambini nati in Italia.

Ma quali sono le basi giuridiche per affermare il riconoscimento alla nascita di due mamme?

Legge n. 40 del 2004 e responsabilità genitoriale

La base giuridica del doppio riconoscimento materno alla nascita è la legge n. 40 del 2014 e in particolare all’art. 8 della legge n. 40/2004 che prevede un principio di responsabilità genitoriale. Criterio di attribuzione dello status di figlio è non la verità genetica, quanto piuttosto il consenso prestato all’atto di intraprendere la pratica di PMA, consenso che configura pertanto una vera e propria assunzione di responsabilità genitoriale.

Diritti tutelati anche se la legge 40 non prevede l’accesso alla pma per le coppie dello stesso?

La circostanza che la legge 40 non preveda l’accesso a quelle tecniche alle coppie dello stesso sesso non può essere ostativa al riconoscimento del bambino come figlio di due madri, esattamente come non era precluso il riconoscimento da parte di una coppia eterosessuale laddove quest’ultima avesse fatto ricorso alla fecondazione eterologa all’estero prima che la Corte Costituzionale (con sentenza n. 162/2014) ne dichiarasse illegittimo il divieto in Italia.

Le previsioni richiamate, infatti, si fondano sul principio della responsabilità procreativa, unito alla considerazione del superiore interesse del minore alla certezza e stabilità del proprio status di figlio. Questo deve valere tuttora, sebbene la Corte Costituzionale abbia negato con sentenze del 2019 e 2020 alle coppie di donne il diritto all’accesso alle pratiche di PMA.

Matrimonio, unione civile e convivenza stabile

Stesso dicasi per quanto riguarda l’essere uniti in matrimonio richiesto dalla norma: poiché un’unione civile o una convivenza stabile di almeno 3 anni (come peraltro già previsto per le coppie eterosessuali) sono da considerarsi requisiti sufficienti.

Ma cosa dice la più recente giurisprudenza sul tema?

La giurisprudenza in merito al riconoscimento di due mamme

Questa lettura appena fornita indica che, se è pur vero che manca una norma specifica che tuteli un minore nato da una coppia di mamme, non vi è un vuoto legislativo poiché basta interpretare armonicamente le norme già presenti nel nostro ordinamento.

Tale intuizione, fatta propria in primis dalla dottrina (fra i primi ricordiamo il Giudice Marco Gattuso e il Professore Angelo Schillaci), è stata però subito accolta e fatta propria anche da numerosi Tribunale di merito.

Come si sono pronunciati i tribunali fino ad oggi?

Le prime due pronunce positive che confermano questa impostazione, del luglio 2018, sono del Tribunale di Pistoia e del Tribunale di Bologna

Alle prime due decisioni sono seguite numerose altre pronunce positive, come ad esempio quelle del Tribunale di Genova, e anche decisioni di secondo grado, come la Corte d’Appello di Firenze e la Corte d’Appello di Perugia. Non sono mancate anche decisioni in senso opposto, come quelle del Tribunale di Roma, di Parma e di Piacenza.

La pronuncia della Corte di Cassazione

Nell’aprile del 2020 la Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema e, purtroppo, l’esito è stato negativo, poiché la suprema corte ha affermato che non è possibile registrare la doppia maternità di un bimbo nato in Italia in assenza di una legge specifica, e che non si può dunque dare una lettura estensiva alle coppie lesbiche della legge 40.

I riflessi della sentenza di Cassazione, purtroppo sono stati immediati. 

La quasi totalità dei Comuni che fino a quel momento avevano proceduto al riconoscimento della doppia maternità, infatti, da aprile scorso ha smesso di procedere in tal senso. Ad oggi sono davvero pochissimi i comuni che continuano a procedere e quei pochi che lo fanno, tranne rare eccezioni, lo fanno senza darne visibilità.

A rischio gli altri casi di riconoscimento

La sentenza di Cassazione ha inoltre messo a rischio di possibili ricorsi anche i riconoscimenti fatti fino ad allora, spingendo diverse Procure a ricorrere contro i riconoscimenti fatti e in alcuni casi (ad esempio il Tribunale di Parma) purtroppo anche a vincere. 

In una situazione del genere, dunque, diventa ancora più importante procedere con estrema cautela nel riconoscimento anagrafico della doppia maternità, facendosi assistere da un legale esperto in queste tematiche e verificando di avere tutti i requisiti e la documentazione necessari nel (malaugurato) caso in cui successivamente ci dovesse essere un ricorso in Tribunale contro il riconoscimento fatto.

Il tribunale di Brescia apre uno spiraglio

In una situazione divenuta tanto scura per i diritti delle mamme arcobaleno e dei loro figli, uno spiraglio è stato aperto nel novembre 2020 dal Tribunale di Brescia che nel decidere di alcuni riconoscimenti di doppia maternità ha sconfessato la Corte di Cassazione (contestando puntualmente i contenuti delle sentenze di aprile) e aprendo un piccolo varco che, si spera, venga seguito da numerosi sindaci che si sono tirati indietro nei mesi scorsi e, soprattutto, da molti Tribunali e molte Corti d’Appello, di modo che la questione torni in Corte di Cassazione e si abbia un finale diverso, anche alla luce della decisione della Corte Costituzionale sul tema per cui si aspetta il testo della sentenza a giorni.

Vuoi conoscere quali sono i documenti e i passaggi necessari per ottenere il doppio riconoscimento della maternità alla nascita?

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